UN CALICE LETTERARIO
Martedì 14 giugno
alle ore 20:00
da Liberrima Bari (Via Calefati, 12)
si terrà, in collaborazione con l’Associazione Muro Giurisprudenza, il primo appuntamento con
“UN CALICE LETTERARIO”
il cui calendario proseguirà nei prossimi mesi.
L’incontro sarà strutturato come un dialogo tra il Professore
ANTONIO GUSMAI
ed una delle Rappresentanti dell’Associazione Muro e andrà ad approfondire tematiche di diritto partendo dal volume
“IL DIRITTO MUTO. NEUROSCIENZE, CONOSCENZA TACITA, VALORI CONDIVISI“
(di Rodolfo Sacco, Il Mulino editore)
Parallelamente al dibattito sarà possibile sorseggiare un buon calice di vino, per poi, a conclusione del tutto, spostarsi verso la zona del Wine Bar.
IL LIBRO
Che cos’è, dunque, il diritto muto, definito da Sacco? L’idea di fondo che anima le pagine di questo scritto non si condensa in uno studio sulla crisi del diritto, né sull’ideologia del giurista. Non si tratta neppure di un’analisi autoreferenziale del diritto, mossa dall’intento di portare avanti una pretesa di assoluta ed incontrollata autonomia del diritto, con il rischio di favorirne una concezione avulsa dal mondo reale. Al contrario, l’idea generatrice è che la consistenza delle relazioni umane sia “naturalmente normativa”. In sostanza, esiste un diritto non verbalizzato, spesso non conosciuto, ignorato in quanto inconscio, dunque un diritto muto, che, tuttavia, si muove e vive nelle dinamiche dei rapporti umani, capace di guidare verso soluzioni che tengano conto degli interessi della collettività, secondo un processo i cui risultati non sono portatori di verità rivelate, ma aspettano di essere messi in discussione. Ciò in quanto il diritto, prima di condensarsi in leggi ed istituti, non è altro che espressione dell’esperienza umana, da cui prende forma e sostanza, e di cui le consuetudini, la prassi convenzionale, le leggi, ne sono l’esegesi compiuta in virtù delle specifiche circostanze. Da qui la definizione di diritto muto, su cui hanno, indubbiamente, influito, ben oltre l’ordinario, considerazioni antropologiche, atte a mettere in luce come già nelle società preistoriche esiste il diritto. Invero, l’uomo dei primordi, privo di un linguaggio, propriamente detto, fa uso di processi conoscitivi o cognitivi, d’istanze affettive o emozionali. Qui, il diritto è, pertanto, “muto” in ragione del fatto che ancora non c’è la parola, sebbene vi sia uno strato di relazioni reciproche (anche esse mute) in cui si rinviene una quantità di diritto di cui, successivamente, lo sviluppo del linguaggio, la prassi consuetudinaria e infine il diritto scritto ne saranno la ragionevole e concreta manifestazione.
IL PROF. ANTONIO GUSMAI
Docente di Diritto Costituzionale presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi “A. Moro” di Bari.
Tra i vari temi di ricerca approfonditi dal Professore, si segnalano:
a) la connessione tra interpretazione giuridica e fonti del diritto
b) il rapporto intercorrente tra gruppi parlamentari, democrazia rappresentativa e divieto di mandato imperativo
c) gli elementi costituivi dello Stato
d) i sistemi elettorali e la democrazia partecipativa
e) il diritto dell´ambiente
f) il diritto all´alimentazione ”adeguata”
g) il diritto all´autodeterminazione
h) neuro-law e diritto muto
i) l´omogenitorialità e le famiglie ”inter-costituzionali”.
Dal 2011 ha svolto numerose attività seminariali ed ha prestato consulenze presso diverse istituzioni pubbliche, tra cui il Parlamento nazionale.