Rinviato incontro con Giovanni Maria Flick a data da destinarsi
Domenica 21 maggio, ore 20:00
da Liberrima Lecce (Corte dei Cicala, centro storico)
GIOVANNI MARIA FLICK
incontra i lettori per parlare del suo libro
L’algoritmo d’oro e la torre di Babele. Il mito dell’informatica
edito da Baldini+Castoldi
Dialoga con l’autore Stefano Cristante
IL LIBRO
Dopo aver firmato due importanti libri sul tema della giustizia e della tutela ambientale, Giovanni Maria Flick, insieme alla figlia Caterina, esperta di diritto dell’era digitale, torna a occuparsi del “problema del futuro”. Lungi dall’essere un repentino cambiamento di tema, quello contenuto in questo libro rappresenta l’esito di una riflessione arguta e imprescindibile sulla lunga tenuta del modello economico-sociale che la tecnologia avanzatissima ha creato. Se per l’ambiente, però, prevale un senso di paura soprattutto di fronte alle minacce concrete del riscaldamento globale, nei confronti delle derive pericolose poste dalla civiltà digitale siamo disarmati e addirittura entusiasti. La rivoluzione digitale – inserita da Ursula von der Leyden nell’agenda prioritaria dell’Unione europea – non è però priva di rischi: il timore è che le tecnologie scavalchino e sostituiscano la persona anche nelle funzioni più connaturate alla sua identità e alla sua coscienza, catapultandoci in un mondo in cui i concetti di etica e responsabilità, nelle loro varie declinazioni sociali, giuridiche e politiche, perderanno significato. Questo saggio prova a fare chiarezza sulla questione, ponendo importanti interrogativi – soprattutto sul modo di organizzare l’economia, il lavoro, la comunicazione, il ventaglio dei diritti e dei doveri inderogabili del cittadino – e andando a rintracciare delle soluzioni ragionate, attendibili, concrete. Perché per gli autori non si tratta di formulare previsioni pessimistiche; né di prefigurarsi scenari apocalittici: si tratta di trovare un equilibrio tra la civiltà degli uomini e la “civiltà delle macchine”
GIOVANNI MARIA FLICK
Giovanni Maria Flick nasce a Ciriè (Torino) nel 1940. Sposato, con tre figlie e sei nipoti, vive a Roma. Dopo la laurea in Giurisprudenza a 23 anni viene chiamato a dirigere la Città dei ragazzi di Roma. A 24 anni vince il concorso in magistratura qualificandosi primo a livello nazionale. Nel 1976 lascia la magistratura per la cattedra di Diritto penale – prima all’università di Perugia, poi alla LUISS di Roma – e intraprende anche la carriera di avvocato penalista. Le interrompe entrambe nel 1996 con la nomina a ministro della Giustizia nel governo Prodi I. Nel febbraio del 2000 viene nominato giudice della Corte costituzionale dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Cinque anni dopo assume la carica di vicepresidente e nel 2008 ne diventa presidente.